NOI SIAMO TIPI DA BICICLETTA

“La scuola si fa educazione partecipata”
di Federica Melucci

Ogni territorio che si abita

va lasciato un po’ meglio

di come lo si è trovato

Baden-Powell

Chi non ricorda la prima volta in bicicletta, la ricerca dell’equilibrio, la mano che ti sorregge da dietro, la gamba che spinge sul pedale, la forza da imprimere con il piede e la bicicletta che parte, il senso di precarietà, il traballare e poi quella sensazione di riuscire, di farcela, il giro completo della ruota e la bici che prende il via, uno scoppio di risa, un grido di stupore e poi un senso di benessere e libertà, un’iniezione di fiducia?

La bicicletta appartiene ai ricordi di tutti, una reminiscenza nella scatola nella soffitta della nostra memoria insieme al primo quaderno di prima elementare, al primo dentino, alle scarpine, ben piegato come il grembiule e la coperta della culla, sta lì, ma riaffiora ogni volta che saliamo in sella ricordandoci quella conquista, quel senso di libertà, quel vento che ti spettina, quelle sbucciature sul ginocchio e la fronte imperlata di sudore, quelle discese mozzafiato e quel primo passo verso l’allontanarsi, l’andare da solo. In bici si va da soli appunto, ma già dalla parola bicicletta capiamo che si tratta di un mezzo che unisce, quell’essere bi/due ruote, che fa pensare all’amicizia, a fare una pedalata insieme.

Sembra quasi una metafora della vita: da piccoli con il triciclo, poi con le rotelle… piccole bici per piccoli bambini, poi quelle dai colori sgargianti, veloci, scattanti, con campanelli trillanti per i ragazzi, il tandem per andare in coppia e poi biciclette un po’ vecchie e arrugginite dai freni stridenti che vanno piano e tranquille per la strada. Un mezzo che ti fa spostare ti può mostrare il mondo facendo meno fatica, con cui puoi osservare la realtà e coglierne le bellezze, ma all’occorrenza con cui puoi andare veloce sentendo il vento sulla faccia; insomma la bicicletta è simpatica, utile, fa pensare alla primavera, all’estate, a scampagnate con gli amici, ma anche allo sport e alla passione di alcuni campioni. La bicicletta è il mezzo green e sostenibile per eccellenza, non inquina, ti fa fare movimento, tonificando corpo e spirito, è economica e oggi, grazie alle tante piste ciclabili, è anche un mezzo sicuro per spostarsi in città.

A scuola, da due anni, con i bambini riflettiamo sulla mobilità sostenibile, sull’urgenza di adottare abitudini meno inquinanti, sull’importanza delle nostre scelte e dei nostri gesti quotidiani e che insieme possiamo fare la differenza. Nella nostra scuola ogni mattina chi arriva in classe a piedi o in bicicletta può suonare una campanella posta all’ingresso e ricevere l’applauso e i complimenti di tutti, un piccolo gesto, ma altamente motivante. Appena è possibile, a piedi esploriamo il quartiere, la città, i parchi, oppure affittiamo le cargo bike del comune e partiamo all’avventura; l’obiettivo è quello di conoscere per essere consapevoli, per creare un legame con il territorio, per sensibilizzare i bambini e le bambine a uno sguardo e a una postura ecologica, per arrivare a essere meno consumatori e più custodi nella coscienza che “se conosci ami, se ami rispetti!”: bimbi più consapevoli, bimbi più competenti che indossano un abito di cura, di etica verso il territorio di appartenenza, che entrano singoli individui ed escono più attenti all’altro, meno competitivi e più cooperativi e con la visione di far parte, di appartenere a un tutto, scuola di cittadinanza attiva che sa parlare di diritti e doveri. La scuola deve avere una visione della contemporaneità, deve abituare al ragionamento, alla costruzione di un pensiero critico, deve attivare una visione del mondo, deve stare nelle cose concrete, come concreta è la mente dei bambini, stare quindi anche nella complessità e nei problemi per arrivare con intenzionalità e responsabilità a delle possibili soluzioni e cercare di costruire dei ragionamenti epistemologici allo scopo di dare vita a una comunità che sia pensante. Dal mese di febbraio lavoreremo in intersezione con i bambini di 4 e 5 anni, impegnandoci nella trasformazione di 5 biciclette “usate” che ci sono state donate dalle famiglie, in un’ottica di scuola “sobria” che sa fare molto con poco e di riutilizzo e trasformazione di “oggetti scaduti”.

Partiremo dall’osservazione delle biciclette e delle parti che le compongono, passeremo al meccanismo per poi arrivare al disegno e allo studio delle parole che definiscono le singole parti arrivando poi, attraverso un’attenta progettazione, alla loro trasformazione. Diventeranno infatti bici messaggere con slogan green, biciclette colorate con scritte, oggetti sonori per attirare l’attenzione, bandierine, strass, adesivi… “largo alla fantasia” sarà il nostro imperativo. Sarà data importanza al processo sia esplorativo che costruttivo, ma sarà bello anche osservare la dose di entusiasmo e soddisfazione dei bambini di fronte alle loro creazioni. Le bici faranno parte di un Bike Park, il BI-SBOCCIA, che realizzeremo a scuola a partire dal mese di marzo. Le biciclette verranno “affittate” dai bambini che raggiungeranno così le loro case e attraversando le strade porteranno a fare un giro, per il quartiere e la città, i loro pensieri come antidoti, come idee fiorite, con l’auspicio che siano in grado di far riflettere e contagiare positivamente e responsabilmente la cittadinanza.